Il Ministero della Pianificazione Territoriale, Edilizia e Patrimonio dello Stato propone modifiche legislative che consentirebbero eccezionalmente la
sanatoria di
edifici abusivi costruiti prima del
21 giugno 2011. Ciò significa eliminare il precedente termine per la presentazione delle domande, scaduto il 30 giugno 2018, ma solo a condizione che si tratti di edifici visibili nelle
fotografie aeree ufficiali dello Stato di quel periodo.
Il ministro Branko Bačić sottolinea che non si tratta di un nuovo “giro” di
sanatorie di massa, ma dell’ultima occasione per coloro che, per vari motivi, non hanno partecipato al procedimento precedente.
Secondo il
Ministero, l’obiettivo è aiutare i cittadini a inserire le loro
proprietà nel
mercato legale, consentire l’iscrizione nel
catasto e risolvere lo status di edifici utilizzati da anni ma che formalmente non esistono. Ciò eliminerebbe ostacoli in materia di
eredità,
vendite e ottenimento di
permessi di costruire per eventuali ampliamenti o ristrutturazioni.
Tuttavia, l’opinione pubblica teme che una misura del genere possa mandare il messaggio sbagliato: che
costruire senza permesso conviene, perché lo Stato alla fine “chiude un occhio”. Questi timori non sono infondati, soprattutto considerando che le precedenti
sanatorie non hanno fermato i nuovi casi di
costruzioni abusive.
L’introduzione dei
vigili urbani come una sorta di “
ispettori edili” nel 2024 era destinata a rafforzare i controlli e ridurre il numero di cantieri illegali. Hanno ricevuto il potere di fermare
costruzioni abusive sul posto, un’azione che avrebbe dovuto essere un forte deterrente. Tuttavia, secondo le informazioni disponibili, non si registra un calo significativo di nuovi
edifici abusivi, e molti sottolineano che i problemi sono più profondi: dalla carenza di personale alla lentezza nell’applicazione delle sanzioni.
Ulteriore scetticismo deriva dal fatto che il sistema per il rilascio dei
permessi di costruire è gravato da ostacoli burocratici, tempi lunghi e mancanza di personale qualificato. Molti investitori rinunciano alla via legale, mentre altri rischiano consapevolmente di
costruire senza permesso, contando sul fatto che “prima o poi” si aprirà un nuovo ciclo di
sanatorie.
L’impatto finale di questa misura sarà visibile solo tra alcuni anni, ma si spera che condizioni chiaramente definite e criteri rigorosi possano prevenire abusi. Se parallelamente non verranno rafforzati i controlli e semplificato il processo di rilascio dei
permessi, esiste il rischio che iniziative del genere, invece di risolvere vecchi problemi, ne creino di nuovi.